
PAROLA / ASSENZA
Performance
L’artista ci invita ad abitare alcune condizioni della vita quotidiana in Iran. Vuole ambientare una storia di privilegi, dove solo pochi cittadini sono scelti per accedere alle visioni/parole ispiratrici e redentrici. Qui siamo proprio noi a porci come seguaci temporanei che, a piedi nudi, costruiamo i confini del rituale, purificandoci con l’acqua di rose prima di entrare nel cubo nero. Resi testimoni dalle nostre azioni, scendiamo nel silenzio assoluto che connota l’oscurità vuota e attendiamo la rivelazione: sebbene invertita, essa sarà riservata solo a una parte dei partecipanti che avranno il compito, in seguito, di diffondere l’esperienza attraverso la parola, prolungando così l’opera al di fuori del tempo del rituale.